Gli Spazzi
49 ad accogliere opere scultoree (foto 38a, 38b). Un’opera que- sta purtroppo ingiuriata dalle schegge delle bombe della se- conda guerra mondiale e oggi poco apprezzabile. Ad arricchire le scarse no- tizie in merito alla sua vita e alla sua opera, è emerso di re- cente da un archivio privato il carteggio relativo alla realiz- zazione da parte di Giovanni Spazzi della statua dell’avvo- cato Giambattista Cressotti per il suo monumento funebre al Cimitero Monumentale di Verona. Suo erede universale era Scipione Zorzi che incari- cò lo scultore e seguì la lunga genesi dell’imponente effigie che, sebbene risultasse presen- tata all’esposizione veronese del 1852, sarà completata in marmo, come si evince dal carteggio, nel giro di diversi anni e collocata infine in cimi- tero solo nel 1864 (foto 39) . Da questi stessi documenti (doc. 9) emerge che Giovanni all’inizio degli anni ’60 era costretto, per motivi che si intuiscono di natura politica o giu- diziaria, a vivere lontano dalla famiglia e a restare per sicurezza a Milano 24 . La carriera di Giovanni, che scompare nel 1866, sembra concludersi dunque in questa situazione di esilio. Intanto nel 1867 veniva eretto a Fratta Polesine, a firma del fratello Grazioso, il primo monumento del Veneto liberato, quello 24 Giovanni scrive al signor Bisoffi segretario personale di Scipione Zorzi in data 30 marzo 1862 da Mila- no che conta “di venire [a Verona] nei primi di Maggio [1862] se appena non correrò pericolo” dicendosi preoccupato “dal duro caso del sign. Angellini e prudenza vorrebbe che mi decidessi conforme alla sorte che toccherà a questi non perché io abbia a rimproverarmi cosa alcuna ma alle volte o per sospetti o calunie potrei incorrere lo stesso pericolo […]”. Dallo stesso carteggio si evince che la moglie Francesca era nel frattempo scomparsa nel corso del 1860, poco dopo il mese di maggio al quale risale una ricevuta indirizzata a Scipione Zorzi da lei firmata. 40
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NTgyODY=