Gli Spazzi
42 “brutto”, ovvero il realistico soffer- marsi sui segni del tempo, restas- se estraneo all’arte. È uno scontro generazionale i cui echi sulla stam- pa locale, che rifletteva l’interesse della società cólta intorno a questi temi, dimostrano quanto la scultu- ra richiamasse l’attenzione e fosse considerata veicolo di espressione di valori condivisi nell’ambito di un ceto medio-alto. La discussione finì per metter a confronto il ma- estro, Fraccaroli, ormai considera- to milanese, e l’allievo, che alcuni cittadini difesero orgogliosamente come rappresentante delle nuove leve in città. Maestro e allievo si trovarono contrapposti anche nella questio- ne che sorse in merito all’erezio- ne di un monumento a Michele Sanmicheli. Nata già nel 1815, quando Canova aveva inviato un busto dell’architetto in dono alla città 20 , la questione si risolse solo sessant’anni dopo, nel 1874, quan- do la Società Belle Arti incaricò il giovane scultore di Villafranca Giambattista Troiani di realizzare, sotto la guida del senese Duprè, la statua che ancora oggi si trova nei giardini di Valverde. Ma intor- no all’inizio degli anni ’50 era invece parso che la querelle, lontana ancora in realtà dal vedere la sua conclusione, giungesse a una soluzione concreta. E fu così che Grazioso propose alla Congregazione Municipale un modello in gesso realizzato dal fratello Giovanni (1824-1866), mentre Fraccaroli cercava di farsi aggiudicare contemporaneamente il lavoro sulla base del suo modello. La corri- spondenza si fa fitta tra i due aspiranti e la Congregazione Municipale, con i due scultori che portano avanti animatamente le loro tesi. “Credo potermi lusingare 20 Cfr. C. Bertoni 2001. 36
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