Gli Spazzi
25 che può permettersi di inviare nel 1810 al suo paese natale una statua di San Giorgio alla chiesa di Pellio Superiore (che ora si trova in controfacciata). San Fi- lippo Neri , che Antonio scolpi- sce per l’oratorio della congre- gazione a Verona, è una figura possente e classicheggiante, che accoglie i visitatori all’ingresso in dimensioni maggiori del re- ale (foto 15) . Una figura delicata- mente mossa a causa del leggero sbilanciamento che si legge sot- to l’elegante e minimale pan- neggio della sua veste che cade pesante e composta. Antonio rivela nella ritrattistica di saper intraprendere una coraggiosa ricerca di verità, considerata a lungo dal pensiero critico ot- tocentesco sconvenientemen- te lontana dagli insegnamenti della classicità. È curioso che le fonti storiche, che in effetti elencano solo poche sue ope- re, dimentichino un suo lavoro molto significativo in questo senso, il Monumento funebre del gesuita Gioacchino Avesani (foto 16) 14 . Antonio, che realizza il ritratto subito dopo la morte di Avesani avvenuta nel 1818, de- scrive l’anziano letterato e rettore del ginnasio veronese con una profondità di sguardo degna di un uomo di cultura e non fa nessuno sconto ai segni della vecchiaia, riproducendo la pelle cascante del collo e le profonde rughe sul viso. Proprio lì accanto, nella stessa Biblioteca Civica di Verona, le fonti ricordano in- vece il Ritratto di Giovan Battista Gazzola (foto 17) che Antonio aveva scolpito pa- recchi anni prima, nel 1802. La sua opera è richiesta per ritrarre i notabili della città: l’Accademia Filarmonica gli commissiona il Busto dell’Abate Pellegrini (foto 18) , mentre nella Basilica di Sant’Anastasia si trovano, nel fianco sinistro all’in- 14 Il monumento è stato pubblicato in U. Bazzotti 2011 su segnalazione di Agostino Contò, direttore della Biblioteca Civica di Verona. 19
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