Gli Spazzi

14 toniche, scultoree o de- corative su committenza nobiliare o dei regnanti, dislocate in una vastissi- ma area che comprende le attuali Austria, Repub- blica Slovacca, Ungheria, Russia. Troviamo Anto- nio e Giacomo Spazzi al servizio del duca Ferdi- nando I nel castello di Wiener Neustadt, dove è documentata una colo- nia di artisti intelvesi, con un’ingente presenza di Spazzi, e nella fortezza di Magyarovar. Per la loro competenza tecnica gli Spazzi sono assoldati in una serie di opere fortificatorie erette a baluardo della temuta invasione turca. Francesco Spazzi, architetto e ingegnere, è impegnato per esem- pio nel 1543 a Bratislava, nel 1547 a Praga, poi a Varsavia e infine a Vienna al servizio di Ferdinando I nel 1558. I nomi degli Spazzi ricorrono lungo il Da- nubio per tutto il Seicento e il Settecento 5 , e naturalmente si ritrovano anche nei luoghi d’origine della famiglia come Lanzo, dove Giovanni Battista Spazzi 5 Secondo gli studi di Elsa Ascarelli D’Amore, Franco Cavarocchi e di Marco Lazzati, Giovanni Battista Spazzi risulta anche impegnato a Krems, dove partecipò alla costruzione della Chiesa parrocchiale di San Vito . Ricevette diverse committenze a Timava, nell’attuale Repubblica Ceca: nel 1639-40 lavorò per il Collegio Uni- versitario dei Gesuiti e nel 1650 ricevette l’incarico ancora più importante per le fortificazioni e il Municipio della città. Un’opera che gli valse la nobilitazione, ottenuta dall’imperatore nel 1662 insieme alla moglie e alla figlia Caterina. Il progetto del monumento Werdenberg era di mano di Marco Martino Spazzi (figlio di Giovanni, morto nel 1589, con il quale Marco Martino lavorò al Belvedere di Praga e al Castello di Linz) che fu capomastro imperiale molto attivo nell’ Abbazia di Kremsmünster e in molte città dell’Austria, in particolare nel rinnovamento dell’ Abbazia premonstratense di Schlägl (intorno al 1636). Marco Martino morì nel 1644 e da allora il cantiere dell’ Abbazia di Kremsmünster fu portato avanti da altri Spazzi. Incontriamo anche Gio- vanni Diacono Spazzi (morto il 14 aprile del 1654) come capomastro alle fortificazioni di Vienna. Un altro rappresentante della famiglia, Pietro, avrebbe invece lavorato nello stesso periodo a Praga, ma non è semplice seguire le tracce di tutti i membri della vasta famiglia dove le omonimie si moltiplicano. Ancora in Austria, nell’ Abbazia di Klosterneuburg, tra gli anni ’30 e ’40 del ‘600, lavorò Giacomo Spazzi, e nella stessa abbazia, ma più tardi, tra il 1680 e il 1702, Giovanni Battista Spazzi fu autore di alcuni altari e del pergamo. Secondo Cavarocchi ci sono nella famiglia altri due Giovanni Battista, uno (che chiama GBII) che morì nel 1727 e l’altro (GBIII) nel 1729, entrambi impegnati più o meno negli stessi anni e negli stessi luoghi, a Linz ma anche a Kremsmünster, Spital am Phyrn e Vienna. Di Giovanni Battista III tra il 1707 e il 1716 è l’altare maggiore della Chiesa abbaziale di Lambach e i tre portali del Santuario di Stadl-Paura. Giovanni Battista II è indicato come autore della Fontana con tritoni e delfini a Linz nel 1690, del ponte d’accesso all’ Abazia di Klosterneu- burg e della Chiesa benedettina di Seitenstetten. Giovanni Pietro nel 1677 avrebbe realizzato un altare nella Chiesa dei carmelitani di Regensburg, poi trasportato a Scharding nel 1814, commissionatogli dall’imperatore (queste ultime opere attribuite da Cavarocchi a Giovanni Pietro, dalle ricerche di Lazzati sono state invece assegnate a Giovanni Battista). Le ricerche di Marco Lazzati fanno riferimento anche ai materiali contenuti nel Fondo Ascarelli d’Amore conservato a Lanzo d’Intelvi (Fondazione Magistri Intelvesi) e in particolare al Re- pertorio dei principali artisti della famiglia Spazzi, con cronologia della loro attività e alberi genealogici (Fad 76). 3

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